PATOLOGIA ARTERIOSA

Informazioni e trattamento di aneurismi aortico addominale e stenosi carotidea

MALATTIE DEL SISTEMA ARTERIOSO

MALATTIE DELLE ARTERIE

La malattia di gran lunga più frequente è l’aterosclerosi. L’aterosclerosi è determinata dal deposito, all’interno dell’arteria, di materiali diversi, come grasso (colesterolo), calcio e cellule morte.

Fig. 1

Questo deposito aterosclerotico porta a due conseguenze:

La prima è che il sangue passa con più difficolta, perché il lume dell’arteria si restringe per la formazione di una placca.

La seconda è che la parete dell’arteria si indebolisce come avviene nell’aneurisma.

Fig. 2

CONSEGUENZE DEL DIFFICOLTOSO PASSAGGIO DI SANGUE

Le conseguenze variano da organo ad organo

1. CERVELLO

Il cervello riceve il sangue attraverso le arterie carotidi, una a destra ed una a sinistra. Se una o entrambe di queste arterie si ostruiscono, il sangue non arriva bene al cervello e può svilupparsi un ICTUS. Per questo motivo è importante la prevenzione, sottoponendosi ogni due o tre anni dopo i 50 anni di età, ad un esame diagnostico, innocuo, che si chiama EcoColor-Doppler dei vasi del collo. Qualora, durante l’esame, ci si accorga della presenza di un grosso deposito aterosclerotico, è opportuno eliminarlo chirurgicamente attraverso un intervento di “pulizia”.

Questo intervento si chiama TEA – Tromboendoarterectomia (fig. 1 e fig. 2) – e viene eseguito in anestesia locale e talvolta in generale.

Questo intervento di pulizia consiste nella eliminazione diretta della placca. Si possono determinare delle complicazioni peraltro non frequenti (1,5%) che consistono nel distacco di piccoli emboli che vanno al cervello durante l’intervento chirurgico o nella trombosi post-operatoria immediata. Da ciò può conseguire un ictus più o meno grave. Dopo questo intervento è necessario sottoporsi a controlli periodici perché la placca o la stenosi può riformarsi (5%); in tal caso e possibile ripetere l’operazione.

In alcuni casi i restringimenti della carotide possono essere curati con una tecnica che non è una operazione vera e propria perché si utilizza un catetere introdotto nell’inguine, si arriva alla carotide e, mediante un palloncino, si provoca l’allargamento del punto ristretto. Viene lasciata in sede una piccola gabbietta metallica chiamata stent che dovrebbe impedire la recidiva della stenosi. Questa metodica è riservata a pochi casi particolari.

2. GAMBE

Le gambe ricevono il sangue da arterie che nascono nell’addome, dall’arteria più grande che abbiamo, e cioè l’AORTA. Se l’aorta o le arterie che nascono da esse (iliache e femorali) si ostruiscono, i muscoli delle gambe non ricevono abbastanza sangue e, durante il cammino, fanno male. Quando l’ostruzione è molto estesa, la gamba può andare in gangrena (morte dei tessuti). Per questi motivi è utile ripristinare la circolazione delle gambe quando questa e compromessa.

Il rimedio: Le ostruzioni delle arterie delle gambe e dell’aorta si curano inserendo dei nuovi condotti, che permettono al sangue di superare l’ostacolo (BY-PASS).

3. RENI

I reni ricevono il sangue dalle arterie renali. Se queste arterie si ostruiscono, i reni reagiscono facendo aumentare la pressione del sangue, e cessano di funzionare. Se i due reni non funzionano, non viene più prodotta urina ed è necessaria la dialisi.

Il rimedio in questi casi consiste nel procedere o ad un by-pass tra l’aorta ed il rene, o ad una dilatazione tramite un catetere angio-radiologico particolare che permette di dilatare il tratto ristretto.
Queste procedure possono andare incontro alle complicanze di tutti i by-pass (trombosi acute, croniche, infezioni, …) che se non operate portano alla morte del rene.

4. INTESTINO

L’intestino che riceve sangue da una serie di arterie (celiaca, mesenteriche, ipogastriche) può subire un infarto intestinale, se una o più di queste arterie si ostruiscono di colpo. L’infarto intestinale può essere mortale anche se operato. Se l’ostruzione avviene lentamente, le altre arterie presenti sono in grado per lo più di fare arrivare sangue a sufficienza e quindi non si hanno disturbi particolari, a parte rari casi, nei quali si ha dolore all’addome subito dopo i pasti (angina abdominis).

CONSEGUENZE DELL’INDEBOLIMENTO DELLE ARTERIE

Se le arterie si indeboliscono troppo, a causa dell’aterosclerosi, possono dilatarsi. Questo può avvenire in qualsiasi arteria, ma il più delle volte ad essere colpita è l’AORTA.

Quando l’aorta si dilata molto si forma l’ANEURISMA (fig.3). Solitamente l’aneurisma non fa male ma è molto pericoloso, perché anche se non provoca dolore, potrebbe ROMPERSI all’improvviso con conseguenze molto gravi (morte per emorragia).

Per questo gli aneurismi devono essere operati prima che diano disturbi, o comunque quando vengono scoperti. Questo avviene spesso in occasione di accertamenti ecografici per altre malattie (prostata, calcolosi, …).

Fig. 3

L’Operazione di by-pass (fig. 4 e fig. 5) consiste nel mettere un tubo, che salta il tratto di arteria chiusa portando il sangue in periferia, che per l’aorta è di materiale sintetico e per le gambe vengono utilizzate vene prelevate spesso dalla stessa gamba.

Questi interventi possono avere delle complicazioni immediate (trombosi di tutto il by-pass) che debbono essere risolte con un nuovo intervento in urgenza, o delle complicazioni tardive (trombosi del by-pass, aneurismi o infezioni). Anche in tal caso si possono ripetere le operazioni già fatte, e solo nel caso dell’infezione si ricorre al trapianto con arterie prelevate dall’uomo (donatore multiorgano) che devono essere ben accettate per evitare il rigetto.

Fig. 4

Fig. 5

Caso di aneurisma dell’arteria femorale superficiale all’emergenza che coinvolge la profonda. Si procede ad un innesto ad Y rovesciata tra comune, superficiale e profonda.

Rimedio: gli aneurismi si operano inserendo al loro posto un tubo di materiale sintetico. Questi interventi sono fatti aprendo l’addome per applicare il by-pass al di sopra ed al di sotto dell’aneurisma che cosí viene escluso dalla circolazione. L’aneurisma non viene tolto ma aperto. L’operazione può avere alcune complicazioni che riguardano l’intestino (occlusione) o il by-pass. Tutto questo può essere rimediato attraverso un nuovo by-pass oppure un trapianto vascolare.

In casi particolari, che vengono studiati accuratamente, è possibile curare l’aneurisma senza un intervento chirurgico, e cioè vengono introdotti due cateteri dagli inguini attraverso i quali si introduce una protesi all’interno dell’aneurisma. Questa tecnica moderna prende il nome di procedura Endovascolare (fig 6).

Fig. 6

La protesi, come nell’operazione vera e propria, si fissa al di sopra ed al di sotto dell’aneurisma e ne impedisce la rottura. Questa procedura, se opportunamente effettuata, dà buoni risultati. I pazienti, curati con questo metodo, necessitano di controlli periodici.

CONSIDERAZIONI GENERALI

L’intervento chirurgico cura le conseguenze della malattia, ma non guarisce l’aterosclerosi, che può essere presente o aggravarsi in altre parti del corpo.
Perciò, soprattutto dopo l’intervento chirurgico, bisogna evitare le seguenti cause:

FUMO
IPERTENSIONE
OBESITA’

È inoltre molto importante tenere sempre controllato il cuore, facendosi seguire dal Cardiologo e, se è presente, il diabete.